Per chi vuole saperne di più su questa donna, e del perchè l'abbia presa ad esempio per impostare il mio modulo, per un corso di formazione, progettato e attuato dal C.F.P di Firenze, dedicato alle donne. Sono stati 2 corsi (2008/2009 e 2009/2010) di 600 ore tra pratica e teoria della cucina, davvero appassionanti che non si terranno più a causa dei TAGLI scolastici. Un vero peccato, era cosa utile e assai bella. Per la cucina 4 cuoche a confronto con 4 personaggi: Donna Flor, Petronilla, Marietta Sabatini e Hildegard von Bingen. Comunque per me l'incontro con Amalia è stato l'nizio di un'avventura che mi porta a continuare quello che secondo me, era il cammino che lei aveva intrapreso.....E qui di seguito il testo da me presentato nell'ambito di un progetto ambiente e salute, a Pistoia.
IL "COPERCHIO" DI PETRONILLA tra e oltre i fornelli per una cucina del riuso
AMALIA MORETTI FOGGIA nasce a Mantova nel 1872. Una donna decisamente“moderna”, che figlia di un farmacista e insegnante di chimica, ne carpisce molti segreti ma, dopo il liceo
Virgilio, nel 1981 si iscrive a Padova a Scienze naturali, lasciando la strada più ovvia: Chimica farmaceutica. Sicuramente alle spalle conta una cultura liberale, progressista e laica, data dal padre, che la porta a diventare una tipa tosta, con il compito di proteggere i più deboli, sempre, e la capacità di comprendere le pesanti discriminazioni di genere.
Infatti nel 1898, in un tempo di maschilismo imperante, si laurea in medicina. Assistente all'ospedale Meyer di Firenze, nel 1902 trova lavoro alla Poliambulanza di Porta Venezia a Milano e si sposa il 12 settembre con Domenico della Rovere. Lavora in questo ambulatorio e nel suo, sempre con un occhio di riguardo per i meno fortunati e gli operai (era stata anche medico fiscale alla Società Operaia Femminile).
Grazie a Eugenio Balzan, frequentatore di casa Della Rovere/Foggia, nel '26 appare sulla Domenica del Corriere: il parere del medico, la rubrica firmata Dott Amal (ancora improponibile firmare col suo nome di donna) dalla quale Amalia comincia a dialogare con un pubblico popolare, fornendo la prima vera informazione sulla medicina moderna (le credenze popolari sono dure a morire), sugli aspetti igenici e comportamentali, in un periodo nel quale la situazione sociale era disastrosa e il paese decisamente sudicio.
... e questa è una striscia del celebre fumetto, giunto al Corriere dei Piccoli dal 1921. Ci piace pensare che derivi proprio da qui, lo pseudonimo Petronilla, che Amalia sceglie con molta ironia, per firmare la sua rubrica di ricette che appare nel '28 sempre sulla Domenica del Corriere.Continuerà a scrivere anche durante la guerra, e l'ultima raccolta di Petronilla si intitola: 200 suggerimenti per........questi tempi.
La stessa Amalia descriverà il suo compito: «... intorno all'eterno tema che - dopo quello dei mondiali eventi - tiene sottosopra, in questi tempi, ogni cuor... sul modo di sbarcare il: lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero, spendendo pochetto ma nutrendo bastevolmente».
Sono racconti, consigli e ricette di una donna che attira per la sua modernità, suggerisce un'idea ed una pratica di cucina che trasmette i valori di una buona alimentazione, concilia i limiti di "approvvigionamento" e di risorse economiche (siamo fine guerra) con il piacere della tavola: “perchè mangiare insieme è diverso che mangiar seduti accanto” . Più che l'elenco delle ricette mi stuzzica il lavoro creativo che mette in comunicazione il patrimonio culturale, quello che esiste, che è disponibile e soprattutto accessibile e ciò che è desiderabile: Il peccato di gola come gesto d'amore.
Da qui la voglia di continuare il percorso di Amalia, facendo il conto con i nostri tempi, con l'urgenza di cucinare una cucina sostenibile: diritto, rispetto, laicità della fame e anima della gola. Una cucina che vada verso rifiuti 0, riconoscendo all'arte del recupero, un valore socioeconomico.
In cucina risparmio e riciclo
L'arte di non sprecare il cibo ha sicuramente incrementato le "ricette segrete" di molte famiglie e se frigoriferi e congelatori hanno dato una mano in tal senso, difficile è continuare un percorso innovativo contro il buttar via, usando il più delle volte cibi confezionati, congelati, mono/bi porzionati che più dell'acquisto oculato fanno solitudine e tristezza. Sicuramente le ragioni di usi e costumi seguono i cambiamenti non sempre felici della società ma vale secondo me la pena di recuperare teoria e pratica del riciclo (e non solo degli avanzi) che comincia dal modo di fare la spesa (ci sono cooperative d'acquisto perfettamente funzionanti), al modo in cui si gestisce.
Oltre ad inebrianti miriadi di ricette per crocchette, polpette, polpettoni, lessi rifatti, frittate di pasta e zuppe inglesi......(e non so quanto alta sia la percentuale delle manipolazioni svuotafrigo) ci sono altre possibilità, anche legate al territorio:
la minestra di tenerume si può fare solo con la spuntatura delle piante di zucchine.....
o legate al nostro modo di pulire frutta e verdura:
le bucce di molte di queste sono preparabili in diversi modi, per non parlare dei fiori e non solo quelli di zucca...
o al nostro modo di concepire gli scarti di pesci o carni.
Insomma, il recupero, riciclo e riuso, non solo culinario (stampi di verdura per dipingere, zucche da suonare, chiare d'uovo sul viso....) dei cibi che scegliamo, è un progetto di qualità della vita intesa nel senso più ampio, perchè si produce bellezza-gioco-risparmio-memoria, “perdendo” tempo da una parte, ma acquistandone altrettanto se non di più da un'altra. E' sempre un discorso di “dosi” ed equilibri.
Mi preme dire che oltre a svariate fonti nella quali ho "ciacciato", per conoscere la signora Amalia, il libro: le voci di Petronilla di Roberta Schira e Alessandra de Vizzi, mi ha fornito un filo da seguire per far tornare tutti i tasselli e vi consiglio di leggerlo.
Qui di seguito ho rimontato 4 spezzoni di un video girato dalla scuola, dove oltre la cuoca, faccio un po' anche l'attrice...